L'aggiustamento Chiropratico

​L’aggiustamento chiropratico è spesso interpretato come una manipolazione precisa, specifica, veloce e sicura che reintroduce movimento articolare riducendo dolore e migliorando la funzione del corpo. Durante la manipolazione si può sentire un suono: questo suono deriva dal cambio di pressione all’interno della capsula articolare.

Sebbene la manipolazione sia spesso utilizzata per l’aggiustamento ci sono anche altre maniere per persone che preferiscono o necessitano modalità più delicate:

 

  • I blocchi ortopedici
  • l’activator
  • rilascio craniosacrale
  • drop piece
  • rilascio emozionale

Queste modalità delicate possono essere tranquillamente tollerate dalle persone più ansiose, dai neonati, alle donne incinta, agli anziani che soffrono di osteoporosi.

Ricerche sistematiche hanno cercato di stabilire la sicurezza dell’aggiustamento chiropratico (4-5). Queste ricerche hanno concluso che l’aggiustamento chiropratico è estremamente sicuro , con molti meno effetti collaterali delle medicazioni o chirurgie. usate per trattare le stesse condizioni (1).

Ricerche (1-2-3-6)fatte ad ampio spettro hanno dimostrato che la manipolazione da sola è un metodo estremamente efficace per la diminuzione del dolore e il ripristino della funzionalità di:

 

Ricerca:

 

  1. The Effectiveness and Cost Effectiveness of Chiropractic Management of Low-Back Pain (The Manga Report). Pran Manga and Associates (1993) – University of Ottawa, Canada.
  2. Effectiveness of manual therapies: the UK evidence report Gert Bronfort, Mitch Haas, Roni Evans, Brent Leininger and Jay Triano Chiropractic & Osteopathy 2010, 18:3 doi:10.1186/1746-1340-18-3
  3. Clinical practice implications of the Bone and Joint Decade 2000-2010 Task Force on Neck Pain and Its Associated Disorders: from concepts and findings to recommendations. Guzman J, Haldeman S, Carroll LJ, et al. Spine 2008;33(4 Suppl):S199-213
  4. Safety of chiropractic manipulation of the cervical spine: a prospective national survey. Thiel HW, Bolton JE, Docherty S, Portlock JC. Spine (Phila Pa 1976). 2007 Oct 1;32(21):2375-8; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17906581
  5. Safety of spinal manipulation in the treatment of lumbar disk herniations: a systematic review and risk assessment. Oliphant D. Journal of Manipulative and Physiological Therapeutics (JMPT). 2004 Mar-Apr;27(3):197-210. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15129202
  6. The effect of sacro occipital technique category II blocking on spinal ranges of motion: a case series. Hochman JI.Journal of Manipulative and Physiological Therapeutics (JMPT). 2005 Nov-Dec;28(9):719-23. http://www.jmptonline.org/article/S0161-4754(05)00303-9/abstract

 

TERAPIE MUSCOLARI

Active release technique 

Questa tecnica tratta i muscoli combinando manipolazione e movimento. Questa modalità comporta l’identificazione, l’isolamento e l’individuazione dell’area interessata per sciogliere le contratture. Questo promuove il flusso di sangue e una più veloce guarigione dall’infortunio.

Fast Stretching

Questi sono movimenti passivi eseguiti su muscoli contratti per rilassarli e ridurre la loro pressione sulle articolazioni. Un tratto veloce reimposta il tono muscolare attraverso l’influenza neurologica dei sensori nei tendini.​

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Tecnica di rilascio fasciale

Usiamo questo sul tessuto cicatriziale o quando i muscoli sono cronicamente rigidi e contratto.

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Trigger Point

Quando le fibre muscolari sono accorciate limitano l’afflusso di sangue verso il muscolo. L’acido lattico che si accumula stimola le terminazioni nervose che causano dolore. L’applicazione della digitopressione rilascia la contrattura che consente il ritorno del flusso sanguigno per togliere l’acido lattico.

Bibliografia:

 

  • TPT Myofascial pain and Dysfunction: The Trigger Point Manual Vol 1 2nd Ed.Simons DG, Travell J Simons LS.  Baltimore, MD Williams & Wilkins, 1999
  • Manual Therapies in Myofascial trigger point treatment. A Systematic Review. Fernandez-de-las-Penas C, et al. Journal of Bodywork and Movement Therapies 2005;9:27-34
  • Myofascial trigger points and their relationship to headache clinical parameters in chronic tension-type headache. Fernandez-de-Las-Penas C et al. Headache 2006 Spet;46(8):1264-72
  • The role of myofascial trigger points in musculoskeletal pain syndromes of the head and neck. Fernández-de-Las-Peñas CSimons DCuadrado MLPareja J. Current Pain and Headache Reports. 2007 Oct;11(5):36572 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17894927
  • Myofascial origins of low back pain 3. Pelvic and lower extremity muscles. 2nd Ed. Simons DG, Travell J Simons LS. Postgrad Med. 1983 Feb;73(2):99-105, 108. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6823467
  • Lucas KR, Polus BI Rick PA. Latent Myofacial Trigger Points: Their effect on Muscle activation and movement efficiency. Journal Bodwork and Movement Therapies 2004;8:160-166.
  • Chiropractic management of trigger points and myofascial pain syndrome. A systematic review of the literature. Vernon H Schneider. Journal of Manipulative and Physiological Therapeutics 2009;32:14-24
  • Changes in Massetter muscle trigger points following stain-counter/strain or neuromuscular technique. Ibanez-GarciaJ et al. Journal of Bodywork and Movement Therapies 2009;13:2-1
  • Are myofascial trigger points responsible for restricted range of motion? A Clinical Study. Fernandez-de-las-Penas C, et al. Journal of Musculoskeletal Pain 2004;12-19
  • Changes in active mouth opening following a single treatment of latent myofascial trigger points in the massetter muscle involving post-isometric relaxation or strain/counter-strain. Rodriguez-Blanco C et al. Journal of Bodywork and Movement Therapies 2006;10:197-205.

 

RIABILITAZIONE ED ESERCIZIO FISICO

​La combinazione del trattamento chiropratico con degli esercizi riabilitativi mirati, migliorano il recupero e riducono la probabilità di ricaduta.

 Per i dolori alla schiena:

 

  1. Comunemente suggeriamo gli esercizi d’allungamento per reintrodurre la mobilità e la riduzione del dolore.
  2. Quando il dolore diminuisce d’intensità, si consigliano esercizi di rinforzo o di coordinamento per riabilitare la condizione/lesione e ridurre la probabilità di una ricaduta.

​L’esercizio fisico per 30 minuti almeno ogni due  giorni è stato dimostrato efficace nel diminuire molti fattori di rischio associati alle malattie croniche e, in generale, nel riportare altri benefici di carattere fisico e mentale. Per questo motivo invitiamo i nostri pazienti a camminare. Passeggiare è facile, non ti costa niente e puoi farlo dappertutto.

Per maggiori informazioni sui benefici dell’esercizio fisico cicca qui.

La prima visita

Anamnesi: questa fase consiste in una storia dettagliata della patologia corrente e delle patologie precedenti. Vi verranno poste domande su interventi e infortuni passati, terapie farmacologiche in atto. Durante questa fase verranno analizzate e discusse, se presenti, eventuali referti radiologici, tac, risonanze o qualsiasi tipo di analisi porterete con voi.

Osservazione patologica: questa fase consiste nell’esame fisico dove test ortopedici, test neurologici e analisi della locomozione vengono eseguiti per capire l’entità del problema ed escludere patologie più preoccupanti. Questi test sono effettuati per capire lo stato di avanzamento del problema e il danno che il corpo ha subito.

 

Osservazione funzionale: questa fase consiste nella visita funzionale Chiropratica. Qui verranno eseguiti test di Kinesiologia applicata, analisi della postura statica e dinamica, test della locomozione.

La Kinesiologia applicata è uno strumento essenziale per capire il  funzionamento del corpo ed individuare l’eventuale piano terapeutico più adatto. Mediante l’uso di test di forza muscolari il chiropratico è in grado di capire cosa funziona e cosa non funziona.

L’analisi posturale viene eseguita con l’uso di uno schermo a griglia che rivelerà eventuali squilibri e anomalie posturali.

In fine un’analisi della locomozione viene eseguita per percepire eventuali squilibri posturali non visibili nell’analisi statica, ma soprattutto eventuali anomalie della locomozione come per esempio l’appoggio del piede e discrepanze nella distribuzione del peso.

Le tre fasi principali della terapia:

La fase intensiva: questa fase ha come obbiettivo di alleviare la sintomatologia e ristabilire il corretto funzionamento del corpo incoraggiando la sua innata capacità di guarire. In questa fase le visite tendono ad essere più ravvicinate in modo da poter garantire un cambiamento strutturale duraturo.

La fase di stabilizzazione: questa fase inizia quando la sintomatologia diminuisce o sparisce del tutto. Adesso il corpo inizia a riprendersi ed ha gli strumenti per rigenerare o riparare i tessuti danneggiati. In questa fase è molto importante capire che il paziente non è fuori pericolo nonostante i sintomi siano diminuiti o spariti del tutto. Si chiama fase di stabilizzazione proprio perché il corpo si deve stabilizzare e rendere più resistenti i tessuti e gli apparati interessati dal problema. È proprio in questa fase che molti pazienti hanno una ricaduta proprio perché sentendosi meglio non stanno attenti ad atteggiamenti posturali, sollevamento di carichi o in generale attività fisiche eseguite in modo inappropriato.
La frequenza delle visite in questa fase diminuisce proprio perché al corpo è stata data la capacità di guarire ed il paziente deve essere in grado di riprendere il proprio stile di vita gradualmente con le correzioni del caso.

La fase di mantenimento: questa fase è la più trascurata da molti pazienti ma per noi chiropratici la più importante. La Chiropratica è una scienza per la salute e la prevenzione.

 “Impara non a curare la tua malattia, ma a come preservare la tua salute.” Leonardo Da Vinci.

Molti pazienti non avendo più sintomi ed avendo ritrovato il benessere desiderato si dimenticano dell’importanza di essere controllati sia evitare una ricaduta che per scongiurare in tempo l’avvento di un nuovo disturbo. La fase di mantenimento prevede solitamente un minimo di due sedute all’anno per evitare di ricadere nella fase intensiva, dove ricordiamo che per attenuare i sintomi sono necessarie più sedute ravvicinate. Il ritorno alla fase intensiva oltre ad avere un effetto negativo sul corpo e sulla mente, in quanto dolori o sintomi ritornano a dominare la giornata, ha anche un costo maggiore dovuto al fatto di dover ricevere più trattamenti per ritrovare nuovamente sollievo.